FIV

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La FIV (Fecondazione In Vitro con ET Embryo Trasfer) è una tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) di II° livello. Prevede la fecondazione di ovociti al di fuori del corpo della donna (“in vitro”), portati a maturazione con opportune tarapie ormonali e prelevati sotto guida ecografica per via transvaginale, per ottenere embrioni da trasferire successivamente in utero. La FIVET è una tecnica medica e di laboratorio che consente il trattamento di diverse condizioni di sterilità di tipo femminile (fattore tubarico, endometriosi, difetto ovulatorio) di tipo maschile (difetti spermatici di grado lieve o medio) o infertilità idiopatica, in cui eventuali precedenti cicli di trattamento di I° livello (Monitoraggio Follicolare con rapporti mirati o Inseminazione Intrauterina) non abbiano dato risultati.

La prima fase consiste nella stimolazione ormonale della funzione ovarica in modo da ottenere una crescita multipla di follicoli. Questa consente di ottenere, in un singolo ciclo, un idoneo numero di ovociti, col fine di ottenere un opportuno numero di embrioni, (1, 2 o al massimo 3) per aumentare le probabilità complessive di ottenere la gravidanza.

Durante la fase di stimolazione, la crescita follicolare viene attentamente seguita tramite esami ecografici e dosaggi dell’estradiolo, al duplice scopo di determinare il momento appropriato per il prelievo degli ovociti ed evitare una iperstimolazione ovarica. Nel momento in cui un numero sufficiente di follicoli raggiunge una adeguata crescita, viene indotta la fase finale di maturazione follicolare tramite la somministrazione dell’ormone gonadotropina corionica umana (hCG).

Dopo circa 36 ore dalla somministrazione di hCG, gli ovociti vengono prelevati dalle ovaie, per via transvaginale, sotto controllo ecografico e in anestesia locale o preferibilmente generale. Poco dopo il prelievo degli ovociti, al partner maschile viene chiesto di raccogliere il campione di liquido seminale, con il quale dopo opportuna preparazione, vengono recuperati gli spermatozoi per inseminare gli ovociti. L’inseminazione viene effettuata ponendo a contatto uno o più ovociti con circa 300.000 spermatozoi per un periodo di circa 16-18 ore. Il numero degli ovociti inseminati in genere è finalizzato ad avere un opportuno numero di embrioni da trsferire; gli oociti rimanenti, se di buona qualità, possono essere vitrificati per essere utilizzati in cicli successivi.

Dalle 16 alle 18 ore dall’inseminazione, si procede all’allontanamento del cumulo rimasto intorno agli ovociti inseminati. Quelli che mostrano segni di normale fecondazione (presenza di due pronuclei) vengono mantenuti in coltura per ulteriore tempo, durante il quale i due pronuclei scompaiono e lo zigote  andrà incontro a divisione cellulare.

Dopo 48-72 ore dal prelievo degli ovociti, gli embrioni ottenuti vengono trasferiti attraverso un catetere nella cavità uterina della paziente. Il trasferimento di più di un embrione aumenta le probabilità di ottenere una gravidanza ma aumenta parallelamente anche il rischio di una gravidanza bi- o tri-gemellare. L’esito del trattamento dipenderà sia dalla qualità degli embrioni che dalla capacità dell’utero di accoglierli. Trascorse circa due settimane dal trasferimento, l’esito del trattamento è evidenziato dal rilievo di ß-HCG ematica, ormone prodotto dall’embrione impiantato.