L’ecocardiografia fetale permette di monitorare il cuore del feto attraverso la pancia materna, utilizzando onde sonore con una tecnica analoga a quella di una normale ecografia. Si può eseguire dalla 24 alla 26 settimana della gravidanza e risulta non pericoloso e non doloroso sia per la mamma che per il feto. Le cardiopatie congenite sono considerate come le anomalie natali più frequenti e rientrano nel 25% delle morti perinatali e del 50% delle mortalità infantili dovute a malformazioni congenite. La loro incidenza nella popolazione senza fattori di rischio varia da 2 ad 8 per mille nati. Nelle gravide che hanno fattori di rischio l’incidenza aumenta di ben 10 volte. Appare quindi evidente che lo studio accurato del cuore fetale sia estremamente importante, anche se allo stesso tempo il cuore fetale è l’organo che risulta più difficile da studiare. Si può, in linea generale, dire che una buona ecografia morfologica, che comprenda un idoneo studio del cuore fetale, sia adatta per le pazienti a basso rischio, mentre nei casi in cui esiste un rischio aumentato lecocardiografia, cioè lo studio più approfondito del cuore, diviene necessaria.