Le tecniche di PMA comportano rischi per l’aspirante madre e per il feto.

RISCHI MATERNI  

Iperstimolazione  

L’induzione dell’ovulazione multipla può provocare la “sindrome da iperstimolazione” caratterizzata dalla crescita di numerosi fol­licoli con eccessivo aumento del volume delle ovaie, dolori addo­minali, edemi e aumento di peso. Nei casi più severi essa si accompagna ad altri sintomi come nausea, vomito, raccolta di liquido in cavità addominale, che possono richiedere l’ospedaliz­zazione della paziente. L’iperstimolazione si verifica nel 2-5% delle stimolazioni, non è facilmente prevedibile ma si possono evitare le forme più gravi con un attento monitoraggio della crescita follicolare.

Gravidanze multiple 

L’incidenza di gravidanze multiple è del 20-25%, molto più alta rispetto a quanto avviene nelle gravidanze spontanee (2%). Ciò si deve al fatto che generalmente vengono trasferiti in utero due o più embrioni. Anche se dalle pazienti la gravidanza gemellare viene vista come un risultato positivo, bisogna considerare che la gravidanza plurima comporta molti problemi, tanto più severi quanto più numerosi sono i feti.

Gravidanze extrauterina 

La gravidanza extrauterina nella PMA è aumentata (4%) rispetto alle gravidanze spontanee (0,5%).

 

RISCHI FETALI          

Alterazioni genetiche 

Le anomalie di numero e di struttura ex novo dei cromosomi feta­li nella ICSI sono aumentati rispetto alle gravidanze spontanee, 1,5% verso 0,5%; esse si aggiungono a quelle ereditate dai genitori, in particolare dal padre. Nella FIV non si riscontrano queste variazioni.         

Malformazioni fetali  

Nella PMA complessivamente le malformazioni fetali maggiori e minori sono aumentate rispetto alle gravidanze spontanee, in media 4,5% verso 2,5%. L’aumento di incidenza delle alterazioni genetiche e delle malfor­mazioni fetali, in parte dovute anche all’età più avanzata di que­ste coppie impone lo screening ecografico delle anomalie dei cromosomi nel 1° trimestre, il cariotipo fetale prenatale e lo screening morfo-strutturale nel 2° trimestre, soprattutto nella lCSI.